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    Le ACLI, finalmente!

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    nicola di pintoCare amiche e cari amici,

    è con questa esclamazione che ho voluto intraprendere i lavori di questo Consiglio Provinciale ricordando un po’ a tutti noi il senso della nostra presenza qui oggi.
    Sono passati oltre sette anni da quando le nostre ACLI hanno, per l’ultima volta, affermato i propri obiettivi ed il loro modo di agire sul territorio.
    In questo lungo periodo trascorso è successo veramente di tutto e, ovviamente, non si pretende di ridurre in poche righe la vastità dei mutamenti che, ormai quotidianamente e globalmente, involgono il nostro vivere quotidiano.
    Alcune considerazioni, però, si rendono alquanto opportune.
    Il panorama politico nazionale ha visto la nascita e la repentina scomparsa di un nuovo moderatismo che si ispirava ai valori storici della tradizione cattolica e del neo civismo, un movimento nato sul crinale discendente dell’era berlusconiana, in cui alcuni soggetti, cosiddetti tecnici, hanno retto le sorti del paese sostanzialmente adeguandolo alle scelte rigoriste dettate dalla politica europea a trazione tedesca.
    Il verificato fallimento di una politica di austerity, adottata senza se e senza ma, ha sì prodotto la riduzione del differenziale tra i bund tedeschi ed i btp italiani, ma, per contro, non ha aiutato il paese ad uscire da una crisi tuttora imperante e, non di meno, ha favorito l’allargamento della forbice tra i ricchi ed i poveri, azzerando, di fatto la classe media nazionale oramai sprofondata nella povertà.
    In risposta a questo brancolare nel buio hanno preso piede movimenti nati sull’onda dell’antipolitica come il Movimento 5 Stelle, ed anche partiti rivitalizzati grazie alla più bieca demagogia come la nuova Lega di Salvini.
    In campo internazionale le cose non vanno meglio.
    L’Europa appare in una imbarazzante empasse relativa alla propria identità, venti di guerra per svariati motivi più o meno mascherati dall’esportazione della democrazia si levano sul Mediterraneo investendo paesi come la Libia o l’Egitto, all’opposto, invece la guerra è fonte di apprezzamento proprio per chi dichiaratamente nasce e si schiera contro la democrazia intesa nella forma occidentale arrivando a massacrare, trucidare, torturare e terrorizzare uomini donne e bambini, il tutto con rigorosa copertura divina.
    Le istituzioni europee, nel frattempo, parevano essere totalmente prese in un primo momento dalla Xylella fastidiosa (batterio resistente che risulta essere una concausa della morte di centinaia di ulivi secolari del nostro salento), e, successivamente, con un’enfasi mediatica degna di qualcosa di assolutamente inaspettato, dalla crisi greca che purtroppo attanaglia quel paese da tanti anni.
    Alcune cose buone però, questo tempo le ha prodotte.
    Una fra tutte l’ascesa al soglio di Pietro di Papa Francesco, al secolo cardinal Bergoglio, il quale ha innegabilmente scosso tutti noi cristiani, ma oserei dire il mondo intero, attraverso il richiamo a quei principi, sì cristiani, ma di evidente portata universale, troppo spesso citati ma non attuati.
    Lo ha fatto con l’esempio.
    Con il proprio vissuto quotidiano il Papa ci mette di fronte ai nostri doveri di uomini e donne prima ancora che di cristiani, indicandoci la strada da seguire.
    Una strada da percorrere anche insieme come si propone di fare tutta la gente che si associa per il raggiungimento di un obiettivo comune.
    Quella strada che abbiamo ripreso il 14 e 15 marzo ultimi, giorno in cui abbiamo celebrato il Congresso Provinciale, momento fondamentale della vita associativa che, per una particolare coincidenza geo-politica, ha visto come territorio di riferimento quello delle due Province, Bari e Bat, con la sola esclusione dei comuni di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli.

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    Il Commissariamento, soprattutto per la sua estremamente lunga durata, ha determinato una sorta di desertificazione di quell’ambiente ricco di pensiero e di opere, di diversità ma vissuta nell’unità del movimento, che era rappresentato dalle Acli di Bari.
    Una inversione di tendenza, ad onor del vero, vi è stata attraverso la realizzazione di alcune tappe di un percorso formativo organizzato d’intesa con il Commissario Menna, ma soprattutto grazie a quel fermento venuto accrescendosi sempre più nell’ottica della celebrazione del Congresso; un fermento concretizzatosi nelle partecipatissime assemblee di Circolo, circostanza di non poco conto, che ha dato la possibilità di toccare con mano la sussistenza di un nutrita base associativa.
    Dopo uno stop di così lungo corso, comunque, è parso opportuno inquadrare le linee guida che si andranno a sottoporre al Consiglio Provinciale nel solco di quelle che sono le nostre fedeltà istitutive: al Lavoro, alla Democrazia, alla Chiesa, in modo da fornire uno strumento direttamente legato ai capisaldi universali delle ACLI, ma attualizzato e contestualizzato nel nostro territorio.
    L’esposizione sarà snella ed essenziale anche al fine di lasciare margini di operatività a tutti coloro che vorranno valorizzare i presenti contenuti attraverso le peculiarità della propria azione locale.
    Il filo conduttore generale non potrà che essere lo sviluppo delle sinergie e delle interazioni tra la parte associativa e quella dei servizi.
    Entrambe dovranno relazionarsi ed interfacciarsi superando l’atavico quesito sulla primogenitura di una rispetto all’altra.
    L’associazione ed i servizi fanno parte dell’esperienza fatta di Pensiero ed Azione che, unitariamente è rappresentata dalle ACLI.
    La massima espressione territoriale è rappresentata dai Circoli i quali dovranno sentirsi attori del proprio territorio ma non esclusivisti del simbolo.

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    Il Lavoro

    Il primo “Rapporto sul Benessere equo e sostenibile” fornisce uno spaccato nazionale sul rapporto tra giovani, formazione e mondo del lavoro nel periodo 2009 (anno in cui la crisi economica cominciava a far sentire in maniera pesante i suoi effetti) e 2011.
    I Neet, ossia giovani che non sono né studenti, né stagisti, né lavoratori salivano dal 19,5% al 22,7% superando dunque la soglia psicologica dei due milioni di ragazzi completamente immobili.
    Tale dato, purtroppo, è in costante aumento anche perché della formazione non si fidano più come, d’altra parte, in molti non nutrono più fiducia in un alto titolo di studio in quanto, anni di sacrifici per conseguirlo non trovano riscontro adeguato al momento di trovare un lavoro.
    In aumento è anche il dato relativo alla recrudescenza del lavoro nero, piaga mai debellata che, in nome della crisi, spesso dà la possibilità di giustificare comportamenti pesantemente lesivi dei diritti dei lavoratori anche a chi, in tali circostanze, riesce a trarne un importante profitto speculativo.
    Il nostro territorio è uno di quelli che, purtroppo, risente maggiormente dei mali del periodo.
    In che modo ci proponiamo di intervenire.
    Di certo le ACLI non possono ipotizzare di diventare la soluzione al problema dell’occupazione ma, invero, diversi sono gli strumenti che possono porre in campo.
    In primo luogo bisognerà tornare a parlare di lavoro con la realizzazione di momenti convegnisti tematici ai quali cercare di far incontrare, in un proficuo scambio dialettico, le diverse parti interessate sulle questioni di natura generale (ad es. vedi interpretazione e valutazione degli intenti e degli atti del Governo come il Job’s Act e/o gli effetti della politica industriale nazionale).
    Parimenti sarà necessario agire, nei limiti di quella che è la nostra natura senza sconfinare nell’attività propria del sindacato e nei modi a noi consoni, in maniera da non far abbassare la guardia su tutte quelle ipotesi di ingiustificate violazioni dei diritti dei lavoratori.
    Proprio in questo settore potremo far sentire maggiormente la nostra vicinanza ai lavoratori in quanto gli stessi e spesso anche i sindacati sono, gioco forza, inermi di fronte al vero e proprio ricatto di chi, se da un lato elimina ogni diritto del lavoratore, dall’altro ne deprime la capacità reddituale il tutto in forza del fatto che l’offerta di lavoro e la domanda appaiono sempre più inversamente proporzionali a sfavore della domanda.
    Per tutti coloro che, invece, vivono al di sotto della soglia della povertà una risposta tangibile potrà essere, qualora riusciremo a far sentire forte ed unita la nostra voce anche a livello locale, il varo da parte del Governo del REIS, il reddito di inclusione sociale, strumento fortemente caldeggiato dall’Alleanza contro la povertà, insieme di associazioni e movimenti di cui le ACLI nazionali sono degno portavoce.
    Contestualmente le ACLI di Bari e della BAT, sinergicamente con il Patronato ed il CAF, attueranno ogni tipo di azione tesa a supportare l’utenza nella ricerca e partecipazione a tutti quegli strumenti che di volta in volta vengono messi a disposizione dal pubblico e dal privato (ad es. il progetto Garanzia Giovani o Cantieri di Cittadinanza ecc…); a tal proposito si segnala anche l’indirizzo dato al nuovo Direttore del Patronato di puntare, con l’aiuto dell’associazione, sullo sviluppo di tutta una serie di attività innovative legate al nuovo modo di intendere il patronato; tra queste vi sono anche quelle relative al cosiddetto “obiettivo lavoro: punto di incontro di domanda e di offerta di lavoro” sia in campo domestico che extra domestico, servizio completo anche dell’assistenza, riconosciuta dalla DTL, in caso di vertenza.
    Con l’ausilio delle associazioni specifiche, soprattutto di AcliTerra e di AcliArteSpettacolo, ma anche dell’Unione Sportiva e del CTA, potranno sperimentarsi praticamente importanti sinergie volte a fare da incubatori di nuove realtà produttive, dando fiducia e know-how a giovani e meno giovani che dimostreranno di avere valide idee.
    Con questo non si vuole affermare l’idea che le ACLI possano in qualche modo divenire enti finanziatori, ma, sarebbe riduttivo non cogliere il potenziale che un’associazione credibile ed affermata come la nostra può esprimere in termini di “garanzia morale”, prima ancora che finanziaria, nella fase costitutiva di nuove realtà produttive.
    In questo senso, peraltro, non faremo altro che proseguire quel cammino virtuoso che nelle ACLI di Bari ha portato nel passato alla costituzione di varie cooperative edilizie, dell’EPASSS e della Cooperativa Nuovi Sentieri.
    Tali realtà, attualizzate potrebbero essere rappresentate, per usare degli esempi in linea con l’EXPO di Milano sul cibo, da azioni di recupero della campagna incolta in cui le AcliTerra potrebbero diventare parte attiva nel difficile processo di recupero dei territori incolti, proponendosi come garante unico ed ente super partes nei confronti dei proprietari dei campi abbandonati, o ancora Gruppi di Acquisto Solidale Aclisti presso i quali far confluire le produzioni degli agricoltori aderenti ad AcliTerra o a cooperative/organizzazioni di produttori a noi legate.
    Tutto ciò, chiaramente, nell’ottica di un lungo periodo e con la fattiva collaborazione dei circoli che, oggi come non mai, sono chiamati a partecipare attivamente a quella tanto invocata rete aclista.
    Una delle richieste più pressanti che i circoli avranno sarà quella relativa al monitoraggio dei bandi relativi ai Piani Sociali di Zona, nonché la partecipazione attiva ai tavoli di concertazione.
    Ma, sul punto in particolare, non dovranno essere lasciati soli.
    La sede provinciale dovrà sviluppare politiche idonee a sostenere fattivamente tali impegni attraverso la formazione sia della classe dirigente che dei “tecnici” necessari per comprendere, partecipare ed essere protagonisti di questo ormai consolidato ambito nel quale si attestano la maggior parte delle risorse destinate al welfare.
    Potrà anche essere individuata un’area specifica dedicata ad una funzione strategicamente sempre più importante quale la Progettazione Sociale.
    In estrema sintesi, saremo chiamati a sfruttare al meglio la nostra complessità, svincolandola dall’immagine di peso che fino ad ora la ammantava, al fine di assolvere alla nostra funzione di creazione di pensiero e contestuale cantierizzazione di opere.

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    La democrazia

    Tutti quanti conosciamo molto bene il significato del termine democrazia.
    Alla domanda classica “cos’è per te la democrazia?”, la prima risposta fornita statisticamente è: il governo del popolo.
    Ma come si attua questa affermazione?
    La manifestazione plastica del governo popolare è la sua partecipazione alla cosa pubblica.
    Assistiamo, però, con il passar del tempo ad un disinteresse progressivo alla res publica dovuto molto probabilmente allo scollamento che ormai vi è tra i rappresentanti ed i rappresentati, i primi visti come dei privilegiati legati ai loro posti di potere ed i secondi, al contrario, soggiogati da un destino “fatale ed ineluttabile” percepito come immutabile, se non in peggio, proprio per volere degli eletti.
    La crisi della partecipazione nelle organizzazioni storiche (partiti, sindacati, ecc…) è data dal fatto che queste sono controllate da poche persone che contrastano una “libera circolazione delle idee”; il risultato è il crollo della stima nei confronti delle organizzazioni.
    Da queste considerazioni è facile comprendere come sia stato agevole per i movimenti più demagogici ed “antipolitici” far breccia nell’opinione pubblica.
    Il risultato finale si è manifestato con l’affermazione alle ultime elezioni del più forte e numeroso partito d’Italia, l’astensionismo.
    Per rendere il nostro buon servizio alla democrazia, pertanto, siamo chiamati a far scoccare nuovamente la scintilla dell’interesse pubblico nella gente, attraverso i nostri circoli, le nostre sentinelle del territorio.
    E’ necessario che le strutture delle ACLI di Bari e della Bat intervengano nel vissuto quotidiano delle comunità non soltanto con l’erogazione degli importanti servizi, ma “facendo opinione”, parlando a viso aperto delle problematiche locali in modo da costituire “massa critica” nei confronti dei governanti.
    Sarà quanto mai opportuno, anche prendendo spunto dai lavori del prossimo convegno nazionale di studi di Arezzo, parlare di disuguaglianze e di quanto queste minino la credibilità e la partecipazione alla democrazia.
    La sede provinciale su questo fronte non potrà che assecondare tali iniziative sostenendole attraverso l’utilizzo di tutte le proprie risorse in termini di relazioni e rapporti con le istituzioni, al fine di rendere più agevole e pregno di contenuti ogni incontro promosso sul territorio.
    In tal modo le Acli saranno viste sempre di più come ente di prossimità, segretariato sociale di una comunità che, certa di avere un punto di riferimento proteso al bene comune, non sentendosi più sola in quella he poteva apparire come una sorta di guerra ai mulini a vento, riprende coscienza di sé e si riappropria della partecipazione alla cosa pubblica.
    Un risultato simile non potrà che avere ricadute positive anche in termini di crescita del consenso e della partecipazione qualificata all’associazione.
    In tale ottica non andrà sottovalutata l’importanza della conoscenza, da parte della nuova classe dirigente, della struttura democratica che regge le ACLI nel loro complesso, senza dimenticare la rivalutazione dell’etica politica, massima espressione della democrazia, tra i quali assunti principali vi è quello del riconoscimento della maggioranza a cui è affidato il governo e, di contro, il rispetto della minoranza a cui è affidato il controllo; il tutto proteso alla ricerca del bene comune.
    Le Acli, pertanto, lungi dall’essere fuori dal vissuto politico e democratico quotidiano, forti di una formazione salda e sicure dei propri valori, potranno validamente porsi come produttrici di pensiero politico forte come anche di gente capace di assumere ruoli istituzionali.
    Questo ruolo dovrà essere agito anche attraverso l’importante e complementare lavoro dei dipartimenti, in particolare quello degli Enti Locali, che si porrà come una sorta di anello di congiunzione, complementare rispetto alle nostre figure dirigenziali apicali, e, nel caso, facilitatore/ preparatore, nei rapporti tra l’Associazione e le rappresentanze politiche-istituzionali.
    Parimenti i dipartimenti a cui è stato affidato il compito di ricostruire il Coordinamento Donne e Giovani delle Acli sono chiamati a svolgere il loro compito in modo da rendere più ampia e diversificata la partecipazione democratica alla nostra associazione.
    Un aiuto in tal senso può essere offerto, sicuramente, da un rinnovato slancio nella partecipazione ai progetti del servizio civile nazionale.
    Tutti coloro che hanno un po’ di esperienza in più hanno potuto notare, soprattutto nel momento in cui le risorse umane dei volontari sono venute meno, quanto sia stato complesso non solo proseguire le progettazioni nazionali avviate nei territori, ma anche entrare in contatto con nuove generazioni di potenziali aclisti.
    Le ACLI di Bari e della BAT, attraverso un già avviato dialogo con gli specifici uffici della sede nazionale, sta ricomponendo tutti i tasselli, di parte tecnica e politica, al fine di poter riprendere una partecipazione costante nel tempo ai bandi nazionali, in primis, con l’intento, in un secondo momento, di cimentarsi in co-progettazione o progettazione autonoma per la realizzazione di interventi più aderenti alle nostre realtà territoriali.
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    La Chiesa

    Le ACLI rispetto alla Chiesa, per quello che hanno dimostrato in settanta anni di storia, vivono in un rapporto che, lungi dall’essere di subordinazione, appare più che altro come filiale, come parte separata ed a sé stante proveniente però dalla stessa matrice.
    La fedeltà alla Chiesa, però, viatico per l’affermazione del fondamento cristiano del nostro sodalizio, necessita una continua attenzione soprattutto rivolta alla formazione della classe dirigente.
    Il nostro movimento, infatti, in ogni sua manifestazione, intervento, produzione di pensiero è intriso radicalmente di quella che è universalmente riconosciuta come “dottrina sociale della Chiesa”, ma della quale, molto spesso, al di là dell’annunciazione di alcune massime, pochi effettivamente conoscono i reali dettami.
    Per questo motivo, d’intesa con l’assistente spirituale della sede Provinciale e con il Dipartimento Vita Cristiana si propone un intervento che nel primo biennio viene così formulato:
    – Percorso con la Presidenza ed il Consiglio Provinciale sull’approfondimento della nota pastorale della CEP “Cristiani nel mondo testimoni di speranza” basata sul tema dei laici nella Chiesa e nella società di oggi. (incontri bimestrali);
    – Percorso con i Presidenti di Circolo sull’approfondimento dell’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium” (incontri bimestrali);
    – Proposta per i Circoli di approfondimento del Giubileo straordinario sulla Misericordia con almeno un incontro di catechesi tenuto dal Vescovo locale di ciascun Circolo (con la possibilità, per l’occasione, di unire più circoli).
    Questo intervento dovrà, poi, essere collegato strettamente alla seconda parte del percorso formativo per dirigenti iniziato alla fine del periodo commissariale e relativo alla conoscenza dell’essenza del nostro movimento, i primi articoli dello Statuto nazionale, dai quali si evincono i nostri principi ispiratori.
    Subito dopo la pausa estiva sarà, infatti, ripresa la programmazione degli ulteriori incontri previsti in quel programma di formazione, compatibilmente con le esigenze degli illustri relatori della sede nazionale.
    Con queste basi ci si potrà presentare in maniera più strutturata ai Vescovi delle sei diocesi che ricadono nella giurisdizione delle ACLI di Bari e della BAT, anche per riallacciare il filo della partecipazione aclista nelle strutture diocesane quali le varie Pastorali e Consulte degli enti laicali.
    Questo filo, a titolo informativo, si può dire già riannodato con la Diocesi di Bari-Bitonto attraverso l’incontro pre-congressuale con S.E. Mons. Cacucci, e con la Diocesi di Trani-Bisceglie-Barletta attraverso un incontro del Presidente Provinciale con S.E. Mons. Pichierri avvenuto nel mese di Giugno.

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    La nuova governance e l’integrazione di sistema

    Per poter attuare tutto quanto sin qui esposto, ma soprattutto, per riportare le nostre ACLI al ruolo ricoperto per lunghi anni nella società, per farla tornare ad essere punto di riferimento di pensiero ed azione laica cristianamente orientata, è necessario che la nuova governance, conscia del compito che la attende, e dell’inderogabilità di questo, si ponga come centro di un cerchio fatto da formazione, ideazione ed azione, attività che, dunque, ruotino intorno ad essa e la coinvolgano in ogni loro agire aclista.
    Accanto a questo gruppo dirigente ci saranno, con rinnovato entusiasmo e voglia di innovazione per il bene comune, i dirigenti/tecnici del Patronato, dell’Acli Service e della Fondazione EPASSS, enti individuati sempre come “servizi”, ma, come già detto in precedenza, facenti parte integrante dell’unico corpo delle ACLI.

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    Conclusioni

    La proposta delle Linee Programmatiche che presentiamo al Consiglio Provinciale si fonda sulla responsabilità collegiale della Presidenza Provinciale che lo stesso Congresso prima ed il Consiglio poi hanno determinato.
    E’ un processo nuovo per le ACLI di Bari e della BAT, una sorta di rinascita democratica, trasparente, snella e puntuale che esalta la centralità, non solo degli organi statutari, ma del territorio, della base associativa, di ogni singolo socio, in uno con chi presta quotidianamente il proprio lavoro per attuare, nei fatti, la politica associativa.
    Si tratta di un modo di vedere il nostro movimento basato sulle nostre storiche fedeltà attualizzate ed utilizzate concettualmente sulla scorta delle odierne esigenze.
    L’ attuazione di queste linee programmatiche così formulate ci consentirà per un verso di rispettare quella che, come sintesi delle nostre tre fedeltà, è stata individuata da Papa Francesco come la fedeltà ai poveri, dall’altro di rispettare il lavoro sin qui svolto dai nostri padri fondatori locali, dai nostri passati presidenti provinciali, nel rispetto e nel raccordo con la Presidenza Regionale e Nazionale.
    Possiamo affermare, infine, che con queste linee programmatiche si sancisce, orgogliosamente e finalmente, l’ufficiale ed autonomo ritorno in campo delle ACLI di Bari e della BAT e di tutti i suoi dirigenti che, nel passato, nel presente e nel futuro, hanno dimostrato e dimostreranno le loro capacità di vivere e partecipare attivamente ed a pieno dell’esperienza aclista.